Quasi tutti gli aspetti della pratica psichiatrica attualmente si basano sulla valutazione della presenza dei cambiamenti dei sintomi per diagnosticare e trattare i pazienti. Tuttavia, la maggior parte dei trattamenti per i disturbi psichiatrici è efficace solo per circa la metà dei pazienti e, in assenza di strumenti predittivi per guidare le decisioni terapeutiche, gli interventi offerti a un determinato paziente sono tipicamente basati sulle preferenze del clinico e del paziente. Dato questo stato di cose insoddisfacente è chiaro che la ricerca di biomarcatori in psichiatria è motivata dalla necessità di misure oggettive per ottimizzare la diagnosi, la prognosi e le scelte terapeutiche. Lo scopo ultimo di un biomarcatore è quello di migliorare la gestione di una malattia verso esiti migliori consentendo interventi preventivi e terapeutici personalizzati in base ai geni, all’ambiente e allo stile di vita di una determinata persona ovvero un approccio orientato alla medicina di precisione. Le tecnologie digitali hanno il potenziale per fornire strumenti più oggettivi e precisi per rilevare i sintomi legati alle principali patologie psichiatriche. L’impiego delle tecnologie digitali nella ricerca clinica può consentire la raccolta a distanza di grandi volumi di dati clinicamente rilevanti, che possono essere meno onerosi delle tradizionali visite e possono riflettere meglio i cambiamenti clinicamente rilevanti.  Le tecnologie indossabili, come gli smartwatch e i nuovi sensori, possono generare utili biomarcatori digitali nel mondo reale come strumenti diagnostici e predittivi; La raccolta automatizzata di misure selezionate attraverso il telerilevamento utilizzando le tecnologie digitali è promettente e tali dati su larga scala sono adatti a metodologie di intelligenza artificiale. La rilevazione di biomarcatori specifici in particola modo negli adolescenti e nei giovani adulti potrà determinare il miglioramento dell’efficacia del trattamento con un aumento del tasso di remissione e la riduzione del deterioramento del funzionamento nella vita reale, oltre che migliorare l’accuratezza diagnostica per la prevenzione primaria integrando tali dati in strumenti biomedici che potrebbero essere utilizzati in ambito clinico. 

RESPONSABILE SCIENTIFICO

Giulio Corrivetti